martedì 5 giugno 2007

Fabliaux e Jean de Condé

Jean de Condè; vita ed opere

Data di nascita e di morte del poeta sono incerte. A giudicare da alcuni riferimenti storici riscontrati all’interno dei suoi componimenti si può attestare la nascita del Condé intorno al 1274 e la sua morte al 1345. Figlio di Baudouin de Condè, già pota di corte, non è si conosce con certezza le tracce della sua vita precedente allo stanziamento nell’Haynaut. Qui accolto dal duca Guglielmo I, guadagna una posizione sicura a corte. I suoi 77 componimenti non lasciano quasi mai spazio alla storia, ne ai grandi rivolgimenti politici e militari che riguardano la Francia in quel periodo. Anche li dove pare esservi un preciso riferimento a fatti storici determinanti, questi vengono solo utilizzati come spunto per una riflessione morale o un plauso alla condotta del duca Guglielmo I.

Si è soliti suddividere in due filoni l’opera di Jean ( che consta di 22.000 versi ):

- da una parte la poesia morale e pedagogica

- dall’altra la poesia narrativa

Naturalmente il confine tra le due parti della produzione del poeta è sottile. Anche in componimenti leggeri e risibili, quali i Fabliaux, non vi è esenzione da tratti moraleggianti.

I motivi che spingono l’austero Jean ad occuparsi di un genere tanto futile e in decadenza sono poco chiari. Scartata l’ipotesi di una precisa volontà dell’autore di avvicinarsi alla favola ci si è a lungo interrogati sulle motivazioni di tale scelta.

Ci si domanda il perché della scelta di intraprendere un cammino letterario ormai in declino, e che comunque si addiceva più al repertorio di un giullare che non a quello di un poeta raffinato come Jean de Condé.

L’ipotesi più accreditata è quella di una richiesta esplicita da parte di qualche signore che, stanco di componimenti grevi, abbia commissionato un repertorio leggero. Tuttavia non è da scartare nemmeno l’ipotesi che dietro al riferimento alla commessa presente nella favola, ci sia una volontà di frivolezza del poeta stesso.

In ogni caso, ciò che appare evidente è che Jean de Condè appare inizialmente restio alla favolistica, e poi, sempre più a suo agio in un contesto di poesia dalla dimensione quasi esclusivamente narrativa.

I Fabliaux non erano destinati ad essere letti nelle piazza ( il che è testimoniato anche dal ruolo che il poeta assegna ai suoi personaggi villani e cittadini nei componimenti ), tuttavia non è escluso che la loro commissione potesse venire anche da parte di borghesi arricchiti, peri i quali poter pagare un troviere era segno di innalzamento sociale.

Spesso la stessa nobiltà alla quale fa riferimento Jean è fatta oggetto di scandalo e riso. Tuttavia in questo caso, la società e la cultura dell’epoca non permettono al poeta di calare aristocratici in situazioni o fatti ambigui. A movimentare i componimenti in questi casi è la parola, il motto. Ai nobili di Condè non vengono infatti risparmiate battute scandalose e sconvenienti.

I personaggi dei componimenti sono stereotipati: la moglie è sempre traditrice ed astuta, il marito rozzo e scarso di intelletto, l’amante sempre funzionale alla definizione caratteriale della donna e descritto solo per classe sociale. Gli ambienti vengono sempre poco illuminati e solo nel caso “del racconto del chierico che fu trovato dietro la credenza”, si trova la descrizione fisica di un personaggio.

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